Lago del Segrino

Ultima modifica 15 maggio 2023

l lago del Segrino è un piccolo lago lombardo prealpino di origine glaciale, in provincia di Como, situato tra i comuni di Canzo, Longone al Segrino e Eupilio. Si ritiene che il suo nome derivi o dalla latino Fons Sacer, ossia Fonte Sacra, trasformatosi col tempo in Sacrinum e quindi Segrìn (in dialetto locale). È famoso per la qualità delle sue acque e per la sua felice e tranquilla posizione, che ispirò numerosi scrittori dell'Ottocento. 
Ha una forma allungata in direzione nord-sud, con una lunghezza di circa 1800 m ed una massima larghezza, verso la parte meridionale, di 400 m. circa. È limitato nei suoi bordi dai ripidi versanti dei monti Pesora e Cornizzolo (1200 m) ad est e Scioscia (671 m) ad ovest, entro i territori dei comuni di Canzo a nord, Eupilio e Longone al Segrino.

Il lago è originato dalla sbarramento della sua valle causato dalla presenza di una morena glaciale; il Tonolli[1] evidenzia la sua singolarità di lago glaciale di valle sospesa sulla sottostante pianura padana. L'assenza di visibili immissari lungo il suo perimetro suggerisce a tutti gli studiosi di quest'area la presenza di sorgenti subacquee di origine carsiche, ipotesi compatibile col fatto che l'intera valle in cui giace è formata da rocce calcaree (calcare di Domaro). Ad eccezione di un piccolo rigagnolo, che esce dal Lago all'altezza di Eupilio(punt d'inach), e le cui acque si disperdono nei depositi glaciali che ricoprono il versante prealpino verso il sottostante lago di Pusiano, nessun rilevante emissario è osservabile, e nel complesso il suo bilancio idrologico è principalmente controllato da un sistema carsico sotterraneo.

Il confronto della morfologia attuale del lago, con quanto rappresentato nelle vecchie mappe catastali e topografiche evidenzia una progressiva riduzione della superficie del lago, per interrimento, soprattutto nella sua estensione settentrionale, con uno sviluppo delle aree palustri ed una possibile piccola bonifica (avvenuta negli ultimi secoli passati) per un utilizzo agricolo di aree precedentemente ricoperte dalle acque del lago. Una mappa di inizio Ottocento disegna una piccola isola vicino alla riva orientale del Lago, di questa isoletta non vi é alcuna traccia oggigiorno. Oggi il lago del Segrino costituisce un'area protetta denominata Parco locale di interesse sovracomunale Lago del Segrino gestita da un consorzio tra la Comunità Montana del Triangolo Lariano ed i comuni di Canzo, Longone al Segrino ed Eupilio. Lungo tutto il suo perimetro di circa cinque chilometri si snoda un circuito ciclo-pedonale protetto ed il lago è una riserva di pesca, che è limitata e soggetta al rilascio di specifici permessi.

Lo sci nautico fu molto praticato sulle sue acque negli anni sessanta d'estate, questa attività venne poi proibita in quanto incompatibile con la conservazione dell'equilibrio ambientale del lago stesso. Il Lago del Segrino è "considerato" il lago meno inquinato d'Europa senza tener conto dei laghi in nord-europa, in virtù delle sue fonti solo sotterranee e quindi non inquinabili, e dell'assenza di inquinamento da industria o da eccessivo sfruttamento turistico. La fauna acquatica è rigogliosa e vi è praticata la pesca[2]. Questo piccolo lago, che appare all'improvviso al viaggiatore proveniente dalla bassa Brianza, incassato in una stretta valle, colpì la sensibilità di molti scrittori ottocenteschi. Giuseppe Parini, che nacque nel vicino comune di Bosisio Parini cita il lago in Poesia XXII. Il lago del Segrino fu esaltato da Stendhal nel suo Giornale di viaggio in Brianza paragonandolo ad una gemma di smeraldo, a causa del colore delle sue acque. Rifacendosi alle suggestioni dello scrittore francese, affascinato dal luogo, qualche studioso suggerì che il nome del lago derivasse dal francese lac du chagrin ossia "lago della malinconia", ipotesi difficilmente sostenibile, considerando che l'area non fu mai soggetta, nella sua storia, ad una presenza francofona. 
Il lago del Segrino è il luogo d'origine della follia di Celeste, e della sua guarigione, nella novella La pazza del Segrino di Ippolito Nievo.
Antonio Fogazzaro scrisse ad un amico che realmente il Lago di Malombra è il piccolo Segrino.
Nel XX secolo venne menzionato in La cognizione del dolore da Carlo Emilio Gadda, che soggiornava in Villa Gadda a Longone al Segrino, proponendone un nome originale di See grün, ossia "lago verde" in lingua tedesca.
Il pittore Giovanni Segantini, che soggiornò nella zona, ritrasse paesaggi e abitanti del luogo in alcune sue tele.
Nell'anno 1942, il lago ghiacciato, con le rive innevate, fornì un ottimo scenario naturale per le riprese in esterno di pattinaggio su ghiaccio in una scena chiave del film Un colpo di pistola di Renato Castellani, ambientato in Russia e tratto dall'omonimo racconto di Puškin.

In inverno spesso la sua superficie ghiaccia completamente e talvolta è possibile attraversare il lago a piedi. Si racconta che durante un freddo inverno dell'ultima guerra, un carro trainato da una coppia di buoi di ritorno verso la stalla, causa l'addormentarsi del suo conducente, abbia deviato dalla strada normale costeggiante il lago. Al suo risveglio il carrettiere vide con sgomento la pista delle orme degli zoccoli e delle ruote attraversanti il lago sulla sua superficie gelata. A ricordo del fatto, eresse una cappella di ringraziamento alla Madonna (esistente e restaurata).


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